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Curiosità

Auto usate, attenzione al contachilometri: così vi possono fregare

Published by
Chiara Rainis

Se ne parla spesso. E’ la truffa del contachilometri. Ecco come evitarla quando si compra un veicolo usato.

In un momento di grande boom delle auto di seconda mano si fa sentire in maniera rilevante il tema delle truffe. Quando si compra una vettura usata ne possono capitare di diverso genere. La più classica è quella che riguarda i chilometri fatti scendere in maniera illegale. Che l’acquisto sia stato fatto da privato a privato, o che ci sia stata l’intermediazione di un concessionario, il pericolo che il contachilometri sia stato manomesso per favorire la vendita, è presente.

Truffa contachilometri, come difendersi (Canva) – Bicizen.it

Non per nulla molte sono state le sentenze della Corte Suprema sull’argomento, quindi, qui di seguito proveremo a spiegare come difendersi dal rischio.

Truffa del contachilometri, come difendersi

Cominciamo con la situazione più frequente, quella di due persone che si mettono d’accordo in autonomia. In tale frangente  l’acquirente ha tempo 5 anni dalla scoperta del magheggio per chiedere la risoluzione del contratto. Ciò significa che si ha diritto al rimborso totale della cifra versata, o eventualmente, si può chiedere uno sconto pari alla differenza tra quanto sborsato e il valore effettivo della macchina.

Bisogna stare attenti, però, perché sta al proprietario dimostrare che il venditore ha voluto ingannarlo. Tale onere può rivelarsi parecchio complicato da espletare, specialmente se è trascorso molto tempo dall’acquisto. Due sono i possibili aiuti: la perizia del meccanico, o l’incongruenza tra quanto citato dal contratto di vendita e il dato che appare sul quadro strumenti.

Cosa succede invece se ci si è rivolti ad un concessionario, magari proprio perché ritenuto più affidabile? Qui gli scenari sono due. Può essere stato il mediatore stesso ad intervenire fraudolentemente, oppure può esserne stato a conoscenza e ha taciuto.

Pure qui il truffato ha cinque anni di tempo per richiedere il rimborso e la risoluzione del contratto. Qualora emergesse che effettivamente la concessionaria era all’oscuro di tutto, allora l’acquirente potrà affidarsi alla garanzia che spetta a chi sceglie un mezzo di seconda mano. 

Normalmente ce ne sono di due tipi: la prima ha la durata di due anni ed è dedicati a chi non utilizza il veicolo per ragioni commerciali. Avvisare immediatamente del fatto non è necessario. Al contrario, hanno tempo solamente otto giorni coloro che l’acquisto lo hanno fatto per lavoro. Qui la copertura scende però a dodici mesi. Tale discorso vale anche per le partite IVA. La tempestività è d’obbligo.

Truffa auto usata, l’acquirente può ottenere il rimborso (Canva) -Bicizen.it

Se emerge che chi ha venduto avrebbe dovuto sapere della modifica, scatta il dolo e quindi il diritto alla risoluzione contrattuale entro cinque anni.

La domanda a questo punto è. Come fare a capire che si è stati truffati? Il primo consiglio è di consultare il libretto di manutenzione con tutte le operazioni effettuate ed annesso chilometraggio. Oppure ci si può recare sul Portale dell’Automobilista dove è segnalato tutto lo storico di ogni veicolo. Occhio però, perché i sistemi per camuffare i chilometri effettuati sono sempre più sofisticati, mentre i database non sempre sono aggiornati.  Accedere direttamente alla centralina elettronica è il metodo migliore.

Chiara Rainis

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