Per quanto riguarda le E-bike è in arrivo un’autentica rivoluzione: aumenta l’autonomia e la ricarica è davvero semplicissima: basta una bomboletta
La mobilità elettrica a due ruote si arricchisce di nuove soluzioni e concorrenti che possono semplificare la vita dei ciclisti. Queste varianti sono in grado di dare una svolta per quanto concerne la comodità e la durata della bici.
Avete mai pensato di comprare una bicicletta elettrica? Beh ormai c’è davvero l’imbarazzo della scelta e le opzioni abbondano sempre di più con il passare degli anni. Tra varianti più o meno leggere, motori più o meno potenti e ricariche sempre più veloci e durature. La famigerata autonomia rappresenta al momento un fastidio minimo per tutti i ciclisti a batteria e questo ha fatto accrescere anche le vendite dei suddetti modelli.
Esistono però anche delle alternative potenzialmente ancora più vantaggiose, che sono presenti sul mercato da un po’ ma che stanno raccogliendo grande successo proprio negli ultimi mesi. Parliamo delle bici a idrogeno e della loro concorrenza alle E-bike tradizionali, soprattutto grazie ad un’autonomia pazzesca, che può raggiungere i 150 km con 2 litri di gas liquido.
Ovviamente con le HydroBike non c’è bisogno di attaccarsi alle rete di corrente, ma di mettere del “carburante” (ovvero i litri di idrogeno necessari) all’interno di bombolette che rappresentano il motore di sostegno. Questo generatore è andato via via diminuendo come dimensioni di ingombro e oggi ci sono diverse aziende che lo hanno resto comodissimo e poco pesante, perfetto anche per il bike sharing.
Ma se andiamo a vedere sul mercato le varie opzioni che possiamo avere riguardo le bici a idrogeno, ci accorgiamo che le alternative non mancano. Ad esempio una delle aziende leader del settore è la HydroRide Europe AG, che con le sue biciclette Hyryd utilizza una cella a combustibile a idrogeno per ricaricare i serbatoi e alimentare la pedalata, con un generatore di idrogeno compatto a energia solare. Questo “motore” produce 20 grammi di idrogeno da 200 ml di acqua purificata in poco più di cinque ore, e può essere alimentato sia da pannelli solari che dalla rete elettrica. L’autonomia dichiarata con un pieno è di 60 chilometri, con una velocità che può raggiungere i 23 km/h.
Non poteva mancare poi la risposta cinese, con aziende come Youon e Rubri Bikes, che hanno in catalogo bici a idrogeno alimentate da “bombolette” di metallo da 0.39 lt a fare da serbatoio. Il generatore ha un ingombro ridottissimo e anche la leggerezza è davvero unica.
La tedesca Linde ha invece puntato su una bicicletta con sistema di elettrolisi, con rifornimenti diffusi ormai in 15 paesi (almeno 100 torrette già installate) che sfruttano biogas ed energia eolica. Con 34 grammi di idrogeno immagazzinato si possono percorrere anche 100 km. Poi, restando in Europa, abbiamo anche la francese Pragma Industries, che possiede il marchio Alpha Neo, famoso per bici a idrogeno di lunga durata (anche 150 km con un serbatoio da 3 litri) e gli irlandesi di HubUr. La loro Boon H2 sembra la migliore opzione per il bike sharing, visto il serbatoio riposto all’interno del telaio e la grande efficienza, a prezzi ragionevoli (5.500 euro).
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