Il cancro è una delle malattie più letali che riguarda il genere umano, ma si può sconfiggere con una bicicletta? Ci hanno provato.
La storia che stiamo per raccontarvi ha davvero dell’incredibile, è di quelle da rimanere a bocca aperta e senza respiro.
Ma prima vogliamo farvi capire la gravità di questa patologia. Le stime che troviamo su cro.sanita.fvg.it ci parlano di circa 395mila nuove diagnosi di tumore con colpiti 208mila uomini e 187mila donne. L’incremento è davvero importante rispetto al 2020 con un aumento di quasi 20mila casi l’anno.
Una malattia dalla quale in rari casi si guarisce, ma che spesso purtroppo si rivela letale e che colpisce sempre più persone giovani nel nostro paese ma anche nel resto del mondo. Per questo motivo diventa imprescindibile una sola parola e cioè “prevenzione”, questa va a braccetto però con una che risulta essere ancora più determinante “ricerca”. Proprio per questo motivo due persone hanno messo tutto loro stessi dentro a una speranza, al sogno di sconfiggere questa terribile patologia.
Non vogliamo parlarvi del ciclismo come mezzo per fare attività fisica e prevenire il cancro, anche se è noto che lo sport aiuta la salute e riesce a permetterci di superare moltissimi tipi di patologie.
Ma è il momento di raccontare quello che è stato il bellissimo gesto di due fratelli partiti in bici dal Canavese, come racconta giornalelavoce.it, per raggiungere Praga e dunque dare il loro contributo per la ricerca sul cancro. I due hanno percorso 1450 chilometri in sella e attraversato cinque paesi. Il loro obiettivo era quello di sensibilizzare e raccogliere dei fondi per la ricerca.
Sui social Fabiano Altobello ha raccontato l’impresa compiuta col fratello Dario, specificando: “Raccontarlo non è facile, perché dentro ci sono mille visioni e significati diversi. Ce l’abbiamo fatta, abbiamo tagliato il traguardo, il nostro Torino Praga tutto d’un fiato è realtà compiuta. Profumi, emozioni, incontri, cartoline impresse e racconti che ci porteremo sempre dietro”.
La lunga maratona è stata realizzata per sostenere la fondazione AIRC nella ricerca contro questa malattia. L’obiettivo era dei più importanti e i due ragazzi ce l’hanno messa davvero tutta dimostrando di avere tenacia e determinazione per raggiungere i loro obiettivi. Noi non possiamo che unirci di fronte a gesti così che fanno del bene non solo allo sport, ma anche al mondo più in generale.
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