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FIAT, perché in Italia mette gli operai in cassa integrazione? Cosa succede davvero al colosso delle auto

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Antonio Russo

FIAT è da tempo in profonda crisi. Proviamo ad analizzare i motivi che hanno portato alla chiusura di alcune fabbriche e alla sospensione di altre.

FIAT negli ultimi anni si è resa protagonista di aperture ad intermittenza delle proprie fabbriche che hanno portato di conseguenza a cassa integrazione per molti operai o addirittura licenziamenti. Eppure, nelle classifiche di vendita la Panda è sempre al primo posto tra le vetture più vendute, quindi essenzialmente: cosa c’è che non va? I motivi sono molteplici e si vanno ad intersecare in un discorso di mercato che sicuramente non sta premiando il marchio italiano così come tanti altri.

FIAT (ANSA) – Bicizen.it

Per prima cosa, forse uno dei problemi più atavici di questa storia è il costo della manodopera. In Italia, vuoi per la pressione fiscale che è altissima, vuoi perché essenzialmente c’è un livello raggiunto di costo della vita che impone determinati stipendi medi, va da sé che a FIAT costi molto di più un operaio in Italia, piuttosto che lo stesso operaio in un Paese in via di sviluppo. Per questo motivo si è spesso deciso di delocalizzare la produzione.

Quale sarà il futuro di FIAT

C’è poi l’altro problema che è quello delle vendite. Una rondine non serve a fare primavera e per quanto Panda rappresenti una baluardo per la Casa torinese, da sola non basta a risollevare la situazione. FIAT, proprio come altri marchi di Stellantis, ha deciso di rivoluzionare la propria gamma e affidarsi all’elettrico. Questa tecnologia però non sta avendo il gradimento del pubblico sperato, soprattutto in Italia. Abbassando la domanda naturalmente cala anche la produzione e di conseguenza FIAT è costretta a lasciare per strada tanti operai.

FIAT – Bicizen.it

Naturalmente non esiste una ricetta per risolvere il problema che è variegato e ricco di sfaccettature. Sicuramente però la strada intrapresa non sembra essere quella corretta. L’impressione però, con l’addio recente di Tavares, è che siamo dinanzi ad una rivoluzione che partirà a breve. La speranza per il nostro Paese è che FIAT ritrovi presto il bandolo della matassa per far ripartire l’industria dell’auto. Mai come in questo periodo più che gli investimenti servono le idee.

Antonio Russo

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