Plymouth Fury, chi ricorda questa macchina “infernale”?

Gli appassionati delle quattro ruote e gli amanti del cinema thriller degli anni ottanta, non potranno non ricordare questa splendida auto protagonista di uno dei film più terrificanti dell’epoca. Un vero e proprio capolavoro che rivedendolo ancora oggi, farebbe accapponare la pelle.

Nella storia del cinema abbiamo avuto la possibilità di ammirare infinite volte la presenza di bellissime auto che hanno avuto ruoli importanti se non addirittura prioritari. Per rendere un’idea dell’argomento che stiamo trattando, basta pensare alla mitica Supercar o la spaziale macchina di Batman, vetture che hanno fatto da supporto a personaggi più o meno eroici. Una su tutte però si è resa la protagonista indiscussa in un capolavoro che quarant’anni fa segnava la storia del cinema horror. Stiamo parlando proprio di lei, la terribile e temuta Christine, la macchina infernale protagonista dell’omonimo film diretto da John Carpenter e basato sul romanzo di “Stephen King”.

Plymouth Fury
la macchina infernale (instagram@horroritalia24-Bicizen.it)

Nel film girato nel 1983, Christine da il nome ad una meravigliosa auto, la Fury prodotta dalla Plymouth divisione della Chrysler, dal 1956 al 1958. La scelta su questa quattro ruote ricadde proprio in virtù delle sue particolarità che rispecchiavano esattamente le caratteristiche ricercate dal regista. Grazie infatti al suo posteriore dotato di pinne, lo sguardo “infernale” ed il colore, non a caso scelto rosso, risultava a dir poco inquietante. Per rappresentare quella che doveva essere un’auto indistruttibile e dai poteri diabolici, furono utilizzate Plymouth del 1957 e del 1958; in realtà l’unica protagonista sarebbe dovuta essere una Fury con motore dual quad, ma nella maggior parte delle scene vennero usate adoperando appositi trucchetti, una Plymouth Belvedere oppure una Savoy.

Che fine ha fatto oggi Christine?

Partiamo con lo spiegare il perchè fu presa la decisione di non utilizzare unicamente una Fury del 1958. Il motivo è piuttosto semplice. Nel film sono molte le scene in cui la diabolica Christine è messa a dura prova, in una la vediamo completamente carbonizzata, in un’altra schiantata contro un muro, in un’altra ancora presa a colpi di spranga e mazzola per poi autorigenerarsi ogni volta e tornare più nuova di prima. Perfino in quella finale, dopo essere stata schiacciata da un bulldozer e ridotta ad un mucchio di ferraglia presso uno sfasciacarrozze, dall’interno della griglia lancia deboli segnali di ripresa.

Christine la macchina infernale
una macchina da brivido(instagram@pagine.di.stephenking)-Bicizen.it

Ora, capite bene che sarebbe stato un vero e proprio sacrilegio anche solo scalfire minimamente una macchina del genere, un modello che all’epoca era veramente più unico che raro. Ecco perchè si è cercato di ovviare, adoperando quelle che possiamo definire delle “controfigure”. Per comprendere quanto fosse grande il progetto e l’intenzione di rendere il film un vero e proprio colossal, basti pensare che la Plymouth mise a disposizione della produzione gratuitamente, ben ventitrè auto tra Fury, Savoy e Belvedere.

Insomma un grande capolavoro cinematografico che dal 23 febbraio 2023 è tornato in alcune sale cinematografiche con un remake per festeggiare il suo quarantesimo compleanno. Ma volete sapere che fine ha fatto oggi Christine? Nel 1989 fu acquistata da un grandissimo ammiratore che ebbe la splendida idea di “christinizzarla” ovvero di arricchirla nei minimi particolari con accessori che la facessero somigliare il più possibile all’auto. Non essendo riuscito a completare il restauro, nel 2006 viene messa all’asta su e-bay ed acquistata da un italiano! Nel giro di un anno Christine, completamente messa a nuovo, è tornata in vita… occhio dunque, potrebbe capitare a chiunque di noi vederla sfrecciare col suo sguardo “infernale” e provare gli stessi brividi di quarant’anni fa.

 

 

 

 

 

 

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