Il mondo dell’auto talvolta è protagonista di storie singolari. Non sempre tutto fila liscio e questo è il caso di un crossover mai nato.
Tra macchine e moto, capita a volte che i progetti che sulla carta appaiono vincenti e interessanti, non solo non lo diventino, ma non trovino nemmeno compimento. La storia delle due e delle quattro ruote è piena di episodi del genere e un esempio ce lo regala proprio il modello di cui racconteremo. Progettato per essere un full electric e presentato ufficialmente al mondo nel 2018 come una concept car, il SUV in questione avrebbe dovuto debuttare nel 2019 in Europa e nel 2020 negli Stati Uniti.
I numeri degli esemplari rilasciati avrebbero dovuto essere anche abbastanza importanti, ma per difficoltà di vario genere non apparve mai nei concessionari, finendo nel dimenticatoio, così come l’azienda che l’aveva ideata. A questo punto vi starete domandando che fine abbia fatto, di seguito ve lo sveleremo e per chi non dovesse ricordarsi la vettura ritorneremo indietro a quegli anni proponendovi la scheda tecnica che allora venne diffusa nella convinzione che tutto sarebbe andato a termine.
Cominciamo col dire che la Byton, compagnia che avrebbe dovuto trasformarlo in realtà, ha chiuso i battenti per bancarotta giusto nel 2023 mandando così definitivamente in archivio la sua M-Byte.
Nel Vecchio Continente era stata svelata al Salone di Francorte del 2019, pronta a sbarcare prima in Cina e poi da noi nel 2021. Tre erano le batterie proposte: da 72 kWh su veicolo a trazione posteriore con autonomia dichiarata di 360 km, da 95 kWh a trazione da dietro per 460 km/h di durata prima della ricarica e a trazione integrale da 95 kWh con tenuta fino a 435 km.
Nelle prime due varianti la potenza massima erogabile era di 272 cv, mentre nella terza, con due motori, si superavano i 400 cv. Già molto evoluta nella tecnologia delle batterie, il recharge poteva essere effettuato a corrente alternata con caricatore da 11 kW o da 3,7 kW a casa, ma altresì a corrente continua da 150 kw.
Provvista di ben quattro schermi, la volontà era quella di stupire e di plasmare un prodotto molto vicino allo schema della guida autonoma, dando un accento particolare al tema della connettività non limitata ai soli passeggeri seduti davanti, ma pure a quelli sui sedili posteriori. Numerosi erano gli ADAS come il mantenimento della corsia e il cruise control adattivo, mentre il costo prodotto per il mercato europeo avrebbe dovuto aggirarsi attorno ai 45mila euro.
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