Non solo Stellantis, anche un altro colosso in difficoltà: è un vero terremoto per il mondo delle automobili, cosa sta succedendo.
Le case automobilistiche europee stanno vivendo un momento particolarmente difficile della loro storia. Da un lato le difficoltà della transizione elettrica, che ha comportanto importanti costi in più per le aziende a fronte di una domanda che fatica a decollare. Dall’altro l’Unione Europea e i dubbi sulla scadenza del 2035, data entro cui le istituzioni vorrebbero fermare la produzione di auto a diesel e benzina, largamente contestata da diverse aziende ed esponenti delle istituzioni. A questo si aggiunge la nascita di nuovi mercati e rivali sempre più aggerrite: l’avanzata delle aziende cinesi sta mettendo in grossa difficoltà i costruttori europei, che fanno fatica a contrastare i prezzi low cost dei veicoli che arrivano da Pechino.
Tutti questi fattori hanno contribuito in grande parte a mettere in difficoltà Stellantis. Il colosso italiano ha fatto riscontrare numeri di vendita ben al di sotto delle aspettative nell’ultimo periodo, ed è spesso finito nell’occhio del ciclone per le sue decisioni. L’ombra di tagli e licenziamenti aleggia però non solo sulla hoding di cui fa parte, tra gli altri marchi, anche la FIAT. Anche un altro colosso dei motori ha allarmato i suoi lavoratori.
Tutte le aziende sono costrette a ottimizzare le proprie risorse e calibrare con cura strategie e investimenti, in modo da tenere in equilibrio costi e ricavi e da riuscire allo stesso tempo a proporre ai propri clienti dei prezzi sostenibili. Così come Stellantis, anche il gruppo Volkswagen si sta trovando ad attraversare un periodo delicato della sua storia e si sta trovando a dover prendere decisioni piuttosto complicate.
Audi ha infatti fermato la propria attività nello stabilimento di Bruxelles. Secondo le indiscrezioni dell’agenzia Bloomberg però il gruppo Volkswagen starebbe facendo fatica a trovare un nuovo utilizzo alla fabbrica in modo da consentire di far riprendere le attività, la questione sarebbe infatti bloccata sia per quanto riguarda le soluzioni interne sia per una eventuale cessione della fabbrica (sarebbero arrivate delle richieste, ma nessuna avrebbe economicamente soddisfatto l’azienda). Se non si dovesse trovare una soluzione, come prevede la legge, lo stabilimento rischia di chiudere definitivamente e i circa 3.000 lavoratori dello stabilimento potrebbero restare senza lavoro. Un segno tangibile del difficile momento dell’industria dei motori europea.
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