La storia dimenticata della moto francese che strizzava l’occhio all’Italia: un gioiello senza tempo

In Francia lanciarono dei modelli per fronteggiare lo strapotere italiano nel mercato delle due ruote. Ecco la strana storia di una storica rappresentate degli anni ’80. 

I francesi sono famosi per la Rivoluzione, per la cultura, per il vino e per qualche auto di successo, ma non certo per le due ruote. Le moto sono un affare italiano, con marchi storici come Cagiva, Ducati e Moto Guzzi. Ma quanto ad orgoglio i francesi ci battono e in passato si sono messi in gioco volendo offrire sul mercato una moto di discutibile gusto estetico Made in France. Tutto cominciò nel 1978 quando tre uomini: Louis Boccardo, Dominique Favario e Thierry Grange presero l’iniziativa di un progetto forte dell’identità nazionale, dotare la moto di un motore quattro cilindri boxer raffreddato ad aria di 1.300 cm3, unità equipaggiata sulle auto Citroën GS.

La storia dimenticata della moto francese che strizzava l'occhio all'Italia: un gioiello senza tempo
Moto Francia – Bicizen.it

Una idea particolare che non è stata premiata nel lungo periodo dal mercato. La prima versione venne presentata nel 1980 al Tour de France Moto e fece ben sperare, ma l’idea iniziale di una moto costruita dalla A alla Z in Francia rimase solo una idea, la componentistica “100% francese” si rivelò un’utopia: ruote italiane, forcella spagnola, freni Brembo….un ibrido che sin dai primi tempi incontrò difficoltà.

La storia della moto transalpina dimenticata

Nel 1982 partì la produzione a La Ravoire, nel 1983 la BFG chiuse i battenti, dopo aver prodotto appena 400 moto. Oggi ha un valore storico la moto, per alcuni nostalgico di un tempo che fu, quando fu usata dalla polizia francese, partecipò a competizioni, e dodici esemplari scortarono i leader del G7 a Versailles nel 1982. Il progetto venne rilevato da MBK, che provò a rilanciare: solo 150 esemplari uscirono dallo stabilimento prima dell’abbandono definitivo nel 1988, data storica che segna la fine di un sogno. Date una occhiata al video in basso del canale 3Phils. Quasi una Bugatti del mondo delle due ruote.

Possiamo dire che oggi la produzione di questa moto fu un momento di riscatto, uno sbotto d’ orgoglio per i francesi nel realizzare una moto in casa, per contrastare i cugini italiani. Ma si sa, in Italia si fanno bene tante cose, una di queste di certo sono i motori. Quanto ad originalità, stile, e innovazione gli italiani possono insegnare seduti comodamente in cattedra anche a case blasonate asiatiche. Pertanto questi esercizi di stile mutuati dalla storia del motociclismo, restano pagine di storia contemporanea che lasciano un sorriso in chi la moto la vive con il cuore oltre che con il polso tutti i giorni sulle strade di tutto il mondo.

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