La Casa austriaca starebbe pensando a una via d’uscita dopo gli stop alla produzione e i problemi finanziari. Dall’India è pronto un salvatore inaspettato.
Come mai un’azienda che fa utili record per 30 anni consecutivi è messa all’angolo da un solo anno andato male? Non è una domanda a cui sia facile rispondere, proviamo ad analizzare il passato recente di KTM e insieme valutiamo le prospettive future. Se al 31 dicembre 2023 c’erano in cassa 820 milioni tra riserve e linee di credito, al 30 giugno sono ridotte a 310 milioni: oltre mezzo miliardo bruciato in 6 mesi.

Le conseguenze? Un drastico calo del fatturato del 29% rispetto al 2023 e la necessità di effettuare più di 1.600 licenziamenti tra l’anno scorso e il primo trimestre del 2025. La questione è finita, inevitabilmente, in Tribunale per un piano di ristrutturazione: KTM deve rimborsare il 30% del suo debito (circa 600 milioni di euro) ai creditori entro il 23 maggio. La Casa austriaca ha cercato un bel prestito arrivato dall’India, Bajaj Auto, il colosso automobilistico indiano e ora azionista di maggioranza della società austriaca (possiede il 74,9% di Pierer Mobility AG, la società madre di KTM), ha predisposto un prestito di 566 milioni di euro. Somma sufficiente al momento per rattoppare la falla e riportare la KTM in una situazione di equilibrio accedendo a benefici di ristrutturazione stimati in 1,3 miliardi di euro.
Il nuovo corso di KTM
Naturalmente questo piano di ristrutturazione non è immune da conseguenze, vale a dire la posizione di maggioranza dell’azienda indiana darà voce e potere alle scelte decisionali della casa austriaca, e il futuro nelle MotoGP resta molto incerto. Tutto farebbe pensare ad un ritiro dai progetti al termine del prossimo anno, ma dalla KTM non ci sono segnali in questa direzione. Di certo le cause delle crisi in KTM sono state molteplici, e sommate tra di loro hanno provocato la difficile condizione finanziaria.

In questa annata in top class la squadra sta facendo fatica, nonostante la presenza di un enfant prodige come Pedro Acosta e di un pilota navigato come Brad Binder. Ad ogni modo, del gruppo dirigente di Pierer Mobility non resta nulla. Gli otto membri sono stati tutti rimossi e le banche, come nel 1992 i creditori principali, hanno affiancato a Pierer una figura di garanzia, Gottfried Neumeister. Il futuro è incerto per la Casa austriaca e i possessori attendono risposte e garanzie per il futuro.