Le spese di gestione delle auto stanno aumentando a vista d’occhio e ora scattano altri 80 euro per le auto vecchie.
Non ci sono dubbi sul fatto che in questi ultimi anni si stia decisamente esagerando per quanto riguarda i prezzi per la gestione delle auto. Sempre più cittadini si trovano nelle condizioni di dover spendere delle cifre davvero molto elevate, spesso per degli interventi che non servono.

Da diverso tempo inoltre si è deciso di far partire un attacco frontale nei confronti di coloro che hanno auto vecchie, visto che queste sono valutate come troppo inquinanti. Da un lato è un discorso corretto, ma dall’altro si dovrebbe anche tenere in considerazione come chi ha tra le mani auto datate, spesso non è nelle condizioni economiche di cambiare l’auto.
Gli incentivi sono sempre minimi in confronto alle spese per auto nuove, ormai sempre più simili a dei computer su quattro ruote, con questo aspetto che non fa altro se non aumentare sensibilmente il prezzo di vendita. Ecco allora come ora sia giunto il momento di dover fare i conti anche con una nuova proposta che rischia seriamente di far pagare altri 80 euro all’anno ad alcuni italiani.
Revisione ogni anno: l’Unione Europea lancia l’allarme
Tra le proposte di Legge che giungono da Bruxelles che ce ne sono diverse che hanno suscitato e non poco il malumore generale. La gestione delle auto del futuro è una di queste, con la revisione delle auto che attualmente avviene dopo quattro anni dall’acquisto, per poi passare a una cadenza biennale dopo quel periodo.

L’idea che giunge dall‘Unione Europea sarebbe quella di dimezzare ancora di più il tempo della revisione per quelle che sono le auto che hanno superato i 10 anni. Dunque non più dopo due, ma ogni anno sarà sufficiente per poter dare vita alla revisione, il che comporta un sensibile aumento della spesa per la gestione dell’auto.
Una scelta che fa sicuramente discutere e che va chiaramente nella direzione di cercare quanto più possibile di imporre il cambiamento del veicolo ai cittadini. Per ora sono solo voci e non è stato confermato nulla, ma si tratta di una decisione che potrebbe suscitare grandi polemiche e che non farebbe altro se non andare a penalizzare ancora una volta quella fetta di popolazione più in difficoltà da un punto di vista economico.