Sul fronte autovelox non c’è pace, ed una nuova sentenza della Cassazione è destinata a cambiare di nuovo le carte in tavola. Ecco a cosa occorrerà fare attenzione da questo momento in avanti.
Gli autovelox sono sempre stati fonte di discussione, e dal 12 di giugno, la loro regolamentazione sarà rivoluzionata. Rispetto al passato, i comuni non potranno più posizionarli liberamente come in passato, ma dovranno avere il via libera dal prefetto. Inoltre, occorrerà posizionarli in luoghi pericolosi, scegliendoli con criterio, con il reale obiettivo di aumentare la sicurezza stradale e non con il solo fine di incassare soldi dagli automobilisti.

Lo scorso anno, la Cassazione aveva differenziato tra autovelox approvati ed omologati, facendo sapere che solo questi ultimi hanno il reale diritto di poter fare delle multe. Viceversa, le sanzioni pecuniarie non possono essere considerate valide, ma ora c’è un’ulteriore novità che non può passare in secondo piano. La Cassazione, con una nuova sentenza, ha fatto sapere come comportarsi in caso di multa subita da un dispositivo non omologato. Il ricorso, infatti, potrebbe non bastare.
Autovelox, può servire anche una querela per falso
Secondo quanto annunciato dalla Corte di Cassazione, mediante l’ordinanza n.13997/2025, per far annullare una multa fatta con autovelox non omologato non basta solo un ricorso, ma va presentata una querela per falso. Tutto ciò, ovviamente, solo nel caso in cui il verbale attesti la regolare omologazione dell’apparecchio. Ovviamente, una querela di questo genere comporta ulteriori spese per l’automobilista, così come dei tempi di attesa che vanno ad allungarsi e non poco. In sostanza, quando una sentenza dice che le multe sono da annullare, visto che i dispositivi non sono omologati, non basta il ricorso, dato che il verbale potrebbe riportare che quel dispositivo è invece omologato o conforme ad un prototipo omologato.

In questo caso, l’automobilista non si può limitare a sollevare dei dubbi sull’omologazione con ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace, ma deve farsi avanti mediante una querela di falso, accusando l’organo di polizia che si è occupata della redazione del verbale. La querela sarebbe sicuramente vinta, dal momento che in Italia non esistono autovelox omologati, ma è ovvio che ci sarebbero da attendere delle tempistiche più lunghe, con spese molto più elevate rispetto al semplice pagamento delle multe. Dunque, siamo di fronte all’ennesima situazione italiana al limite del ridicolo, e che non fa altro che penalizzare i cittadini.