Nuovo divieto stringente per le moto, che non potranno circolare a breve. Le limitazioni sono forti, motociclisti arrabbiatissimi (e hanno ragione)
Il 1° ottobre 2025 è una data che difficilmente i motociclisti dimenticheranno. Arriveranno infatti nuovi, stringenti, divieti di circolazione che riguarderanno una vastissima gamma di moto, soprattutto le più inquinanti. Inoltre, questi divieti aumenteranno progressivamente fino al 2030. Ovviamente si andrà per classi Euro dei motori.
10Nello specifico: dal 1° ottobre 2025 divieto per i veicoli a 2 tempi Euro 2 ed Euro 3, per i 4 tempi benzina Euro 0, 1 e 2, e per quelli a gasolio Euro 0, 1, 2 e 3; dal 1° ottobre 2028: si aggiungono quelli a 4 tempi benzina Euro 3 e dal 2030 i 2 tempi Euro 4 e le moto a gasolio Euro 4 ed Euro 5. Le altre Euro 5 (sia 2T che 4T) resteranno sempre ammesse, come i veicoli a GPL, metano, ibridi ed elettrici.
Tutto questo riguarderà ovviamente Milano, in tutta l’Area B. Viste però le tante proteste, il sindaco Sala ha deciso di introdurre il sistema MoVe-In, già in uso per le auto (che hanno divieti simili). Si può circolare con i mezzi vietati, ma solo per alcuni chilometri. Un dispositivo GPS installato sulla moto conta i chilometri e ognuno avrà una determinata soglia annuale. Viene stabilita in base alla classe Euro di appartenenza.
Ovviamente, più è inquinante la moto meno km sono consentiti. In caso di superamento della soglia annuale non si potrà più circolare fino al nuovo anno. Il conteggio vale tutti i giorni e in ogni momento, senza limitazioni. Potranno usufruirne tutte le moto e i motorini che saranno coinvolti nel divieto, tranne gli Euro 0 ed Euro 1 a due tempi: questi non potranno proprio circolare, perché c’è già un divieto regionale generalizzato.
Un divieto che è stato accolto molto male dai motociclisti, anche perché secondo i dati ufficiali ARPA/Inemar l’incidenza ambientale delle moto più vecchie è moderata. Le moto Euro 0, 1 e 2 pesano solo per il 7,5% delle emissioni di composti organici volatili (COV), per il 2,6% delle PM10 e solo lo 0,5% degli ossidi di azoto in Pianura Padana.
Insomma, l’inquinamento non c’è certo per le moto d’epoca. Tuttavia, alcuni studi dimostrano che una moto Euro 4 inquina quanto un’auto Euro 2-3 e molto più di un’auto Euro 6. Ecco perché il Comune di Milano ha preso questa decisione.
Ovviamente questo annuncio ha suscitato proteste fin da subito tra i cittadini. Addirittura si è arrivati a una raccolta di firme per indire un referendum abrogativo. È stata presentata anche una mozione in Regione Lombardia per chiedere di modificare il piano. Tuttavia, il Comune di Milano conferma duramente di non cambiare idea: non si torna indietro sulle limitazioni ambientali. Secondo alcuni, i 90.000 proprietari di moto soggette al divieto avranno comunque la possibilità di accedere al Move-In gratuitamente.
Arianna Censi, assessore alla Mobilità, ha difeso la scelta definendola “un compromesso necessario“. Secondo lei, infatti, la limitazione chilometrica “consente di mantenere entro certi limiti accettabili l’impatto dei veicoli inquinanti e allo stesso tempo dà la possibilità a tutti di usare ancora il proprio mezzo per brevi percorsi di necessità”. Ha detto inoltre che simili limiti ci sono anche in altre grandi città.
Quindi a chi non vuole rinunciare alla propria moto, non resta altro da fare che aderire al servizio Move-In da ottobre 2025. Ci si può informare tramite la piattaforma regionale e la pagina dedicata del Comune di Milano sul sito. Chi aderisce riceverà il proprio tetto chilometrico annuale.
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