Il limite dei 30 orari a Bologna sta contagiando anche altri sindaci: il provvedimento si espande, automobilisti nel panico
Il limite dei 30 km/h in città sta diventando un vero e proprio incubo. Una fonte di polemiche inesauribile fin dalla metà di gennaio, quando l’amministrazione comunale di Bologna ha optato per questa vera e propria rivoluzione in alcune strade del centro. Addio al vecchio limite dei 50, si scende a 30 con buona pace di tutti.
Infuriati gli automobilisti, soprattutto nei primi giorni dall’entrata in vigore di questo nuovo dispositivo; traffico ovviamente rallentato, una vera tragedia per chi lavora con i veicoli, dai tassisti ai corrieri. E per far rispettare i nuovi limiti, introdotti autovelox mobili e fissi con la Polizia municipale impegnata ad elevare multe ai trasgressori. Un provvedimento che ha perfino indotto il Governo ad intervenire, con il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini che ha frenato su questo, pronto a limitare l’autonomia dei sindaci con tanto di decreto vincolato in cui i 30 sono accettabili “solo in alcuni casi motivati”.
Insomma, una vera e propria guerra, con il Codacons deciso a rivolgersi al Tar del Lazio contro il provvedimento del ministro Salvini. In questo mare magnum di burocrazia, sembra proprio che molti altri sindaci stiano per emulare il primo cittadino di Bologna.
Limite dei 30 a Bologna: un altro capoluogo si allinea
Anche Genova, come Bologna, sembra intenzionata a seguire questo percorso. L’idea del sindaco Bucci è abbassare il limite di velocità a 30 orari con la creazione di strade scolastiche nei pressi degli istituti. L’obiettivo è ovviamente garantire ed aumentare la sicurezza di ragazzi e bambini che naturalmente affollano quelle strade.
Matteo Campora, assessore ai Trasporti del Comune, è pronto a dare vita ad una serie di riunioni per stilare il programma da presentare poi al primo cittadino. E c’è anche una data di partenza, almeno con le riunioni; inizio febbraio per poi arrivare in tempi brevi con la definizione di tutto, magari entro la fine dell’anno scolastico.
Genova, peraltro, è già all’avanguardia su ciò; nei pressi di 20 istituti scolastici vi sono strade scolastiche con limiti ad hoc ed ora l’intenzione è estendere questo provvedimento a tutte le 35 scuole del capoluogo ligure. Un primo passo che di certo non esclude un provvedimento più ampio, proprio come accaduto a Bologna. Almeno finché il Governo non decida di intervenire mettendo fine a questi provvedimenti. Sembra solo l’inizio di una vicenda che potrebbe durare diversi mesi.