Una vera e propria tragedia si è consumata alla Granfondo di Bergamo. Un cicloamatore di 31 anni ha perso la vita in gara.
Il ciclismo è una passione condivisa da moltissime persone, e mai nella vita dovrebbe star qui a raccontare di episodi drammatici come quello che è avvenuto nelle ultime ore. Il 31enne Michele Negri è morto nel corso della Granfondo di Bergamo, e parliamo di uno dei più forti granfondisti del panorama nazionale. Il dramma è avvenuto sulla discesa del Berbenno, lasciando un vuoto incolmabile in tutti i suoi compagni.

L’episodio si è verificato nella mattinata di domenica, mentre era in corso la sopracitata Granfondo di Bergamo. Il classe 1993 gareggiava per il Team MP Filtri di Milano, una delle squadre più importanti in quello che è il panorama amatoriale del nostro paese. Ma come è avvenuto l’incidente mortale? In base a quanto riferito, Negri si trovava ai primi posti della gara, e nella discesa del Brebenno, ha perso il controllo della sua bici, finendo poi per schiantarsi contro un muro. La vittima, come hanno ricordato anche i compagni, non era un particolare amante delle discese, ed a 45 km dal traguardo di Bergamo, un destino infame ha deciso di portarselo via.
Ciclismo, scomparso il 31enne Michele Negri a Bergamo
Michele Negri è apparso subito in condizioni disperate dopo l’impatto contro il miro, e nonostante i soccorsi immediati, è morto sostanzialmente sul colpo. Neanche l’uso del casco, che era correttamente posizionato sulla sua testa (cosa obbligatoria in queste gare) non ha potuto nulla per evitare le ferite poi risultate fatali. Quello del 31enne è un dramma a tutti gli effetti, ed i compagni hanno subito voluto ricordarlo, straziati dal dolore.
Tragedia alla Granfondo di Bergamo! Michele Negri ha perso la vita dopo una tremenda caduta.
CIAO MICHELE 😢💣 pic.twitter.com/35kFEozgLU
— Bike Channel (@bikechannel_) May 4, 2025
Il presidente del Team Mp Filtri Marco Bardazzi, così come i suoi compagni di squadra, hanno così ricordato il grande amico: “Ciao Michele, eravamo abituati a vederti perdere qualcosa, in discesa. Sapevi che non era il tuo forte e non avevi alcuna voglia di rischiare, tanto saresti rientrato nella salita successiva. Quando stavi bene non avevi molti rivali, quando c’era da andare in alto. Oggi ci siamo girati ed abbiamo visto che non ci hai ripresi. Ci siamo preoccupati, poi angosciati, poi disperati. Conosciamo i rischi che corriamo, ma scacciamo il pensiero che possa toccare ad uno di noi. Sappiamo che eri felice sulla bicicletta e noi eravamo felici insieme a te. Dobbiamo continuare ad essere sicuri che tanto, prima o poi, ci riprendi in salita. Sarai sempre con noi“.