Marc Marquez ha pochissime debolezze in sella alla MotoGP, ma in carriera ha dimostrato di essere anche battibile quando perde le staffe.
Rintracciare dei difetti a una delle leggende del motociclismo mondiale è una impresa ardua anche per un connazionale che ha vinto in top class. Marc è tra i talenti più puri che abbiano calcato una pista, avendo coraggio, velocità e una straordinaria staccata. E’ un fenomeno che non ha paura di superare i propri limiti, forte mentalmente e anche piuttosto robusto sul piano fisico. Non ha mai dimostrato di avere timori reverenziali per i mostri sacri della classe regina, ma anche dei difetti.

Il centauro di Cervera non è più integro come dieci anni fa. Le operazioni alla spalla destra lo hanno reso più fragile nella piega dalla parte destra. Non può più essere arrembante come nei primi anni in Honda, dove rischiava a ogni sessione. Un altro colpo alla testa potrebbe causargli il riaffiorare il problema della diplopia, ovvero della visione doppia. Nel corso della sua lunga carriera ha avuto battute d’arresto piuttosto lunghe, come nel 2020 a causa del crash di Jerez de la Frontera.
Il difetto di Marc Marquez
Quando è nelle rare situazioni di difficoltà in sella alla moto, Marc Marquez tende a non cambiare approccio. E’ sempre troppo esuberante nel tentativo di surclassare i diretti competitor. Nel programma di “Duralavita” Alex Crivillé, iridato nel 1999, ha affermato: “Ero così sicuro che Marc non avrebbe commesso un errore. Mi ha detto: ‘No, è perché ho commesso un errore a Jerez’. A volte la pressione, quando hai troppa strada da fare e ti prende la mano, può farti perdere la concentrazione e commettere un errore. Ma il fatto è che nella sua curva, la 8, stava sbandando in modo tale che avrebbe potuto guadagnare due decimi se avesse voluto, quindi aveva un margine di vantaggio. E per il resto è andato bene, ha sganciato la moto, non ha forzato“. Ad Aragon, invece, Marc ha vinto con merito e senza sbavature, in stile Stoner.

Alex Crivillé conosce bene il mondo della classe regina e i limiti dei piloti. “Marc ha pochissimi punti deboli; e forse uno di questi è la sua grande impulsività. E sulle piste in cui è superiore, rallenta un po’ perché può sbagliare, perché sa che se inizia a spingere, è allora che sbaglia. Quindi, è così superiore che, d’altra parte, il suo approccio è più cauto; forse funziona per lui. Ma quando è arrivato il momento di partire, ha fatto il grande passo. Ha corso una gara, credo, in modo conservativo. Aveva ancora qualcosa in tasca, dal mio punto di vista“, ha concluso il pilota spagnolo.