Marc Marquez ha finalmente messo le mani sul tanto desiderato nono titolo mondiale, con il quale ha eguagliato Valentino Rossi. Lo spagnolo ha però sorpreso con le sue dichiarazioni successive al trionfo.
La rincorsa è completata e la vendetta è compiuta. Marc Marquez è diventato campione del mondo della MotoGP per la settima volta, centrando il nono titolo mondiale in assoluto, al termine di una stagione in cui non ha lasciato nemmeno le briciole agli avversari. Il nativo di Cervera ha fatto capire sin da subito che non ci sarebbe stato nulla da fare per i rivali, apparendo sempre in estremo controllo, su una Ducati con la quale ha trovato un feeling impressionante.
Marquez ha gestito al meglio la propria situazione di vantaggio in termini di performance, infilando sette vittorie di fila nel periodo estivo, per poi chiudere i conti a settembre, in quel di Motegi, giusto a casa della Honda. Lo spagnolo sta ora lavorando per tornare al top dopo l’infortunio di Mandalika, e salterà le gare di Phillip Island e Sepang, nella speranza di tornare subito al top. Marc sarà sicuramente prudente dopo l’incubo vissuto nel corso degli ultimi anni, e non lascerà nulla al caso prima di rimettersi in sella in futuro.
Marquez, eguagliare Valentino Rossi non era un’ossessione
In un’intervista concessa ad “AS” dopo aver vinto il titolo mondiale, Marc Marquez ha sottolineato quanto sia errato pensare di giudicare i piloti sono in base ai numeri ed ai titoli mondiali vinti. Inoltre, ha detto che la sua ossessione non era raggiungere il numero di mondiali di Valentino Rossi, ma di riuscire a tornare in sella al meglio dopo l’infortunio. Il nativo di Cervera ha confermato quanto sia stato difficile lasciare una famiglia come la Honda dove aveva vinto tutto, accettando il passaggio ad un team privato della Ducati, con cui si è poi guadagnato la sella della moto ufficiale.
Marquez ha ripercorso il tutto: “Se questo titolo mi rende il migliore della storia? No, assolutamente, i numeri rimangono anche tra 50 anni, è vero, ma le carriere degli atleti non sono solo numeri. Sono anche momenti, infortuni, capacità di adattamento se sensazioni. Eguagliare Valentino Rossi è ovviamente un onore, ma non un’ossessione. L’ossessione era riprendermi dagli infortuni, alzarmi ogni mattina con l’obiettivo di tornare al massimo delle possibilità. Mi piacerebbe mettere su famiglia in futuro. Figli in MotoGP? Affronto con prudenza questa cosa perché so quanto sia pericoloso“.