Il car market 2.0 sembra sempre più orientato a Est. Il CEO della Ford ha lanciato un appello che rappresenta un monito importante per tutti gli storici costruttori.
I produttori di auto cinesi appaiono ogni giorno più forti e strutturati per battere i colossi storici dell’industria delle quattro ruote. La politica ha fatto un enorme regalo ai produttori che non avevano mai avuto un reale boom, nonostante le terre rare e una forza economica enorme. Con la transizione green e il minaccio ban sui motori termici in Ue è come se tutta la storia ultrasecolare dei marchi iconici fosse stata spazzata via. Partendo da un foglio bianco e sfruttando una forza lavoro molto diversa rispetto a quella europea, le Case cinesi hanno cominciato a crescere a un ritmo mai visto prima nella storia.

Ad oggi sulle tecnologie alla spina non c’è paragone tra il car market nostrano e quello del Paese del Dragone Rosso. Sono tantissimi i marchi che sono cresciuti nel corso degli ultimi anni, anche grazie all’ausilio dello Stato. Il gruppo cinese BYD, marchio numero 1 sui modelli elettrificati, ha chiuso il 2024 con un utile e un fatturato record. La crescita è stata impressionante e non riguarda solo le EV. L’azienda con sede a Shenzhen ha fatto registrare nello scorso esercizio un fatturato pari a 777,1 miliardi di yuan (107,2 miliardi di dollari), andando oltre i 97,7 miliardi di dollari annunciati da Tesla nello stesso periodo. Il suo utile netto è stato di 40,25 miliardi di yuan (5,55 miliardi di dollari). Dati impressionanti che hanno offuscato per il major di Elon Musk.
L’appello di Ford sulla BYD
BYD ha intenzione di prendersi anche una fetta importante del mercato europeo. Ci stanno già riuscendo con l’esportazione di una gamma piuttosto variegata. Jim Farley, amministratore delegato di Ford, ha ammesso che il colosso BYD è avanti di circa 25 anni rispetto ai competitor occidentali. Il motivo? C’è un gap enorme di risorse e di possibilità.

Farley ha dichiarato come il vantaggio competitivo della Cina sia cresciuto in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni. “La Ford di Henry Ford era sinonimo di innovazione e produzione di massa. Oggi, però, è la Cina ad aver ereditato quello spirito, portandolo su una scala completamente nuova”, ha annunciato il CEO della Casa americana, sempre più in crisi a causa di proposte elettriche non all’altezza.
Farley avrebbe stretto un patto direttamente con Doug Field, ingegnere di fama internazionale, per guidare la divisione elettrica di Ford. Per la Casa americana si prospetta una strada in salita. A Farley il tecnico avrebbe risposto: “Jim, i tuoi sistemi di consegna, l’infrastruttura IT e il software di progettazione CAD non sono competitivi da 25 anni. Non potrai mai battere BYD con questi strumenti”. La Casa cinese ha tutto per eccellere, anche perché sarà pronta a cambiare in un mondo delle quattro ruote in costante evoluzione.