Quando si avvicina il nome Stati Uniti all’ambito dell’automotive, la prima cosa che viene in mente è la classica limousine, successivamente si pensa al tuning, quello di auto un po’ tamarre, ricche di eccessi e con poca funzionalità. Di certo, non si pensa subito ad un marchio come Lancia, emblema della tradizione italiana dell’auto che ha anche portato a casa successi sportivi di enorme importanza.
Ed invece, in questo caso tutto torna e tutto fila, anche se con un gioco di prestigio. Non a caso sede dell’evento è stata Las Vegas, il luogo a stelle e strisce dove niente è quello che sembra, infatti questa Lancia è tutto meno che quello che sembrava inizialmente agli spettatori dell’evento dove è comparsa l’auto.
Torna la vecchia Lancia? Svelato come stanno le cose
Ebbene, effettivamente il mitico brand italiano ha ripreso vita con un esemplare rimasto nel cuore di tutti coloro che hanno assistito al SEMA di Nevada di quest’anno, peccato che però fosse tutto un trucco, perché alla base c’era una vettura molto diversa…
L’automobile qui sopra, pubblicizzata dal proprietario come Lancia Scorpion vi ricorda forse qualcosa? Ve lo diciamo noi, si, è il nome con cui la storica Lancia Beta è stata venduta proprio negli States negli anni settanta ed ottanta! La cosa incredibile è che pur non avendo nulla a che fare con il costruttore italiano, quest’auto alla motorizzazione è stata registrata con Lancia del 1978. Peccato che sotto la carrozzeria, ci sia una Mazda MX5, un’ottima auto che però non ha nulla a che vedere con il brand.
A dare vita a questo pittoresco inganno è stato il McHugh’s Automotive Group, un’officina che ha la base in Florida. Stando a quanto riportato da Motor1 USA, il proprietario dell’azienda Jim McHugh, avrebbe difeso la sua creazione. A chiederne la costruzione, sarebbe stato un patito dell’italiana che sognava una versione restomod della Beta, prodotta dal 1972 al 1984. Purtroppo per lui trovarne una in buone condizioni si stava rivelando un’impresa e così, stanco di cercare invano ha optato per plasmarla con le sue mani, creando una sorta di Frankenstein.
Partendo dalla vettura nipponica insomma, questo ingegnoso proprietario ha inserito diversi pezzi provenienti da altri modelli. Ad esempio il retrotreno è di una Lotus Elise, lo scarico di una Honda Civic Type R, le luci di una Porsche Macan, il cofano di una Pontiac GTO e i gruppi ottici posteriori circolari addirittura di una moto, così da poter omaggiare la Lancia 037, che l’artista avrebbe voluto utilizzare come piattaforma per questo suo taglia e cuci a quattro ruote.
Assieme all’equipe che lo ha assistito nell’impresa, ha lavorato all’incirca 3.100 ore. Un numero pazzesco per un risultato che lascia molto a desiderare, se non altro per la scarsa somigliando con la vera Beta. Per quanto concerne il motore è stato utilizzato lo stesso 2.0 benzina da 184 cv , anche se la cover potrebbe far immaginare che vi sia sotto un V8 tipico americano. Nessuna sorpresa nemmeno per la trazione, posteriore come sull’originale.
Per chiudere uno sguardo agli interni. Qui non vi è nulla di reale. Non c’è più il monitor centrale, così come sono stati rimossi l’orologio analogico nella plancia e il sistema di avviamento posizionato tra i sedili. Completamente rinnovato anche il volante.