Quando le auto da corsa vengono escluse: i casi più assurdi della storia del rally

Il rally è una delle categorie più amate nel motorsport, ma alcune eccezionali auto hanno subito dei rifiuti davvero inattesi.

Non sono di certo anni felici e gioiosi per il WRC, con le Rally1 che sembrano essere il vero grande problema odierno. Queste vetture ibride sembrano prossime all’addio dalle corse, con il rally che sarebbe così la prima categoria a bloccare lo sviluppo elettrico e tornare così a delle auto termiche riducendo sensibilmente i costi.

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Le esclusioni più incredibili del WRC (Ansa – bicizen.it)

La competizione mondiale ne ha un disperato bisogno, considerando infatti come al momento siano solo tre le marche che sono presenti nel WRC: Hyundai, Ford e Toyota. La gara di Montecarlo che ha aperto il Mondiale ha mostrato comunque un grande Neuville, ma soprattutto si è assistita a una prova leggendaria del WRC2.

A vincere è stato il francese della Citroen Yohan Rossel, terzo per tutto il weekend alle spalle di Gryzan e di Pepe Lopez, ma che alla fine all’ultimo stage ha portato a casa la vittoria. Skoda e Citroen dunque se la vedranno per tutto l’anno nel Mondiale della classe delle Rally2, ma anche la categoria regina del rally sarà entusiasmante.

Se oggi c’è un problema legato alla mancanza di vetture nelle gare, una volta vi era il problema opposto. Alle volte infatti la Federazione fu costretta a dire di no a delle auto davvero straordinarie, che non riuscirono a prendere parte ad alcune prove dell’anno, per motivi davvero pazzeschi.

Audi, Toyota e tante altre: i rifiuti più assurdi dei rally

Il Mondiale di rally iniziò ufficialmente nel 1973 e uno dei primi casi clamorosi da quando la competizione è diventata ufficiale di rifiuto da parte della Federazione di partecipare per alcune auto avvenne nel 1981. In quegli anni vi era grande interesse attorno alla Audi Quattro della straordinaria Michelle Mouton.

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Citreon Xsara di Sebastien Loeb (Ansa – bicizen.it)

Purtroppo la vettura tedesca non poté prendere parte quell’anno alla prova in Grecia, in quanto i giudici di gara considerarono una presa d’aria mobile e dunque non omologata. Un problema simile sarebbe accaduto anche nel 1985, nella prova in Costa d’Avorio, ma le polemiche furono smorzate dal ritiro della campionessa francese.

Anche la storica Lancia ebbe dei problemi, addirittura in occasione della tappa italiana di Sanremo nel 1986. La leggendaria Delta S4 portò al titolo mondiale Markku Alen, ma dopo undici giorni dal suo trionfo, la FIA decise di accettare il ricorso della Peugeot che vinse con Juha Kankkunen, con la Federazione che non squalificò più le Peugeot 205 T16 inizialmente considerate irregolari per l’uso di minigonne improprie, e il finlandese vinse così il Mondiale.

Tra le grandi marche degli ultimi anni del mondo dei rally vi è indubbiamente la Toyota, con il colosso giapponese che fu colei che permise di interrompere il dominio della Lancia Delta e nel 1995 accadde l’incredibile. A Barcellona infatti le Celica ST 205 la FIA le considerò irregolari per la presenza di flange del turbo non conformi, il che portò a una squalifica per quel Mondiale e per il 1996.

Anche il leggendario Sebastien Loeb ha subito da giovane una clamorosa squalifica. Toccò alla sua Citroen Xsara, nel Montecarlo 2002, dato che lo squalificarono per un cambio gomme illecito. Quel risultato alla fine dell’anno si rivelò fatale per i suoi sogni di gloria per il primo Mondiale.

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